Buona domenica
don Giulio
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VANGELO DI RIFERIMENTO
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che
Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però
dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni
potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i
popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed
ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
RIFLESSIONE
3 giugno 2012
NON UN MURO MA UN ORIZZONTE
Solennità della Trinità
Oggi è la festa di Dio! Questo può sembrarci strano:
se Dio esiste, infatti, ogni giorno è la festa di Dio!
Dedicare un giorno al mistero di Dio, alla Trinità,
è ricordarci innanzitutto che ogni giorno bisogna ridiventare credenti
perché il mistero di Dio non è un muro ma un orizzonte.
Per questo, ogni anno, ripercorriamo la storia di Gesù:
la nascita a Betlemme, la predicazione, la croce,
la risurrezione, il suo ritorno al Padre, il dono dello Spirito.
Domenica scorsa abbiamo concluso questo ciclo
e oggi ci chiediamo: chi ci sta dietro a tutto questo?
È facile rispondere: Dio! Ma come lo si può scoprire Dio?
Madre Teresa di Calcutta amava raccontare un fatto:
un giorno un mussulmano guardava una delle sue suore
che fasciava con amore le piaghe di un lebbroso.
La suora non parlava, ma agiva raccolta e sorridente.
Quell’uomo islamico disse a Madre Teresa:
“Per tutti questi anni ho creduto che Gesù fosse solo un profeta
ma oggi capisco che è veramente Dio,
perché solo un Dio poteva mettere tanto amore nelle mani di questa
suora”!
Un’immagine forse ci può aiutare a metterci di fronte
al mistero dell’unità e della trinità di Dio: l’acqua!
L’acqua ci aiuta a pensare all’unità di Dio:
secondo la scienza tutto l’universo e anche il nostro corpo
è formato per almeno il 70% da acqua.
Così come siamo fatti di acqua, siamo “imbevuti” di Dio,
anche se non ce ne accorgiamo, né la vediamo.
È significativo il gesto per cui nel giorno del nostro Battesimo,
per diventare “figli di Dio” siamo stati immersi nell’acqua
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dire che “Dio è unità e trinità” è dire che Dio non può,
non riesce, non sopporta di stare solo, di stare isolato,
non riesce a stare sulle nuvole, ma ci coinvolge,
fa “piovere” il suo amore su di noi.
L’acqua ci può aiutare a riflettere sul mistero della Trinità,
se pensiamo a tre sue qualità, a tre sue funzioni:
l’acqua irriga, disseta, scava.
L’acqua IRRIGA, fa crescere, fa fiorire,
così il PADRE, ogni giorno, con noi lavora silenziosamente con amore
per far fiorire la nostra vita, rispettando le nostre stagioni.
È diversa la pioggia dell’inverno dai temporali dell’estate,
ma come la natura usa modi diversi per aiutare a crescere,
così fa Dio con la nostra vita, con premurosa delicatezza o con tuoni
che scuotono.
L’acqua DISSETA, così il FIGLIO con la sua Parola, con la sua verità,
disseta la nostra sete interiore di senso.
Come davanti ad una fonte,
la nostra sete non riuscirà a spegnere, ad esaurire la sorgente,
ma sempre la sorgente spegnerà la nostra sete.
Questo bere alla sorgente è la nostra spiritualità:
a volte ci basta un piccolo sorso, altre volte per la sete bruciante
necessitiamo di litri,
ma la fonte è sempre lì, disponibile ai nostri bisogni.
L’acqua SCAVA, gli antichi dicevano “gutta cavat lapidem”.
Diceva Ovidio: "Non c'è niente di più duro della pietra e di
più molle dell'acqua,
ma la molle acqua scava la dura pietra".
Una goccia può scavare anche il marmo, un ruscello scava una valle,
così lo SPIRITO agisce nella nostra vita in silenzio,
ma scavando a fondo nelle nostre più dure resistenze.
Lasciamoci immergere in quest’acqua nella quale siamo stati immersi nel
Battesimo,
quell’acqua che ci ha imbevuto di Dio Trinità,
lasciamo che Dio, il Padre, irrighi la nostra vita,
lasciamo che Dio, il Figlio, disseti il nostro cuore,
lasciamo che Dio, lo Spirito, scavi le nostre durezze.
Non facciamo come quei bambini che sulla spiaggia
preoccupati di cercare conchiglie o di costruire castelli
non si accorgono di avere davanti il mare.
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