mercoledì 30 giugno 2010

"Le nostre capacità chiedono di essere esercitate, di essere usate in tutte le loro possibilità, come il seme tende verso il frutto. Riuscirvi, se se ne è consapevoli, significa provare gioia."

 fr.A.Plé OP

sabato 26 giugno 2010

Sabato 26 giugno 2010

PRIMA LETTURA (Lam 2,2.10-14.18-19)

Gridarono al Signore le figlie di Gerusalemme.

Dal libro delle Lamentazioni


Il Signore ha distrutto senza pietà tutte le dimore di Giacobbe; ha abbattuto con ira le fortezze della figlia di Giuda; ha prostrato a terra, ha profanato il suo regno e i suoi capi.
Siedono a terra in silenzio gli anziani della figlia di Sion, han cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco; curvano a terra il capo le vergini di Gerusalemme.
Si son consunti per le lacrime i miei occhi, le mie viscere sono sconvolte; si riversa per terra la mia bile per la rovina della figlia del mio popolo; mentre vien meno il bambino e il lattante nelle piazze della città.
Alle loro madri dicevano: "Dov'è il grano e il vino?".
Intanto venivan meno come feriti nelle piazze della città; esalavano il loro respiro in grembo alle loro madri.
Con che cosa ti metterò a confronto?
A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?
Che cosa eguaglierò a te per consolarti, vergine figlia di Sion?
Poiché è grande come il mare la tua rovina; chi potrà guarirti?
I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per cambiare la tua sorte; ma ti hanno vaticinato lusinghe.
Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di Sion; fa' scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte!
Non darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio.
Alzati, grida nella notte quando cominciano i turni di sentinella; effondi come acqua il tuo cuore, davanti al Signore; alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di fame all'angolo di ogni strada.


Parola di Dio.


Che fede, quella di questo straniero, straniero al paese ma anche alla rivelazione fatta ai nostri Padri!
Nessuno ci aveva dato, come lui, un'immagine, quasi una parabola, di ciò che è la fede.
Poiché egli vede l'invisibile, vede che Gesù comanda ed è obbedito dalle potenze della vita e della morte, del bene e del male, vede che il tempo e la distanza non esistono per colui che è il Figlio di Dio.
E aderisce, con un'adesione senza crepe, nel momento presente a ciò che vede.
Concedici una uguale fede, semplice e totale.

Sempre, nonostante tutto e tutti!
Sempre mi fido di Te e tutto di me affido a Te e tutti affido a Te!
e più ancora affido a Te quanti sono lontani da Te
e in conseguenza di ciò vivono male oggi qui ora
e fanno tanto male!

Mai sia io male per nessuno!
o sarei io oggi ora qui a uccidere Te,
 uccidendo così anche me stessa
carne della tua carne
Abbà, Padre mio!
Mai sia.

venerdì 25 giugno 2010

Don Giulio, domenica 27 giugno 2010

IMMAGINANDO UNA SIMPATICA VECCHIETTA
13ma domenica del Tempo Ordinario C

Immaginiamoci una simpatica vecchietta novantenne,
segnata dalle profonde rughe e dagli acciacchi degli anni.
Per darle un po’ di vitalità e di energia immaginiamoci
di vestirla con una minigonna sparata e un top aderente,
(ovviamente firmate e all’ultima moda per darle più vita)
di metterle ai piedi un sandalo gioiello con tacco 12
e di farle un’acconciatura tendente al blu elettrico…
Se incontrassimo davvero una cosa così
penso che il nostro commento, quello più soft,
sarebbe: “ma è ridicola!”

Ho usato questo esempio un po’ stupido
per provare a ridire con immagini nostre
quello che Gesù ha voluto dire in modo forte
parlando con il linguaggio del suo tempo.
Spesso non ci rendiamo conto di quanto siamo ridicoli:
mettiamo addosso alla nostra vita
il vestito di una fede, di una scala di valori
bello, prezioso, di classe, all’ultima moda
ma sotto sotto siamo vecchi,
e la nostra vita non c’entra con quel vestito.

Ripensando a questi incontri di Gesù nel Vangelo di oggi
si direbbe che faccia di tutto per scoraggiare chi gli è dietro.
Sembra che voglia respingere piuttosto che attirare,
sembra che voglia deludere piuttosto che sedurre.
È strano vedere un Gesù così duro. Ci tocca sul vivo.
Questo suo diregersi “decisamente” stona, stride, fa scintille
con il nostro essere indecisi in tutto e su tutto.
Ci buttiamo, ma col salvagente.
Ci lasciamo sedurre dal mare, ma senza spingerci al largo.
Cerchiamo emozioni, ma non facciamo scelte.
Vorremmo abbracciare tutto senza attaccarci a niente.

Cristo invece ama la gente decisa, esige una decisione.
Egli non vuole spegnere l’entusiasmo ma le illusioni.
Attenti però. A chi vuole seguirlo egli non offre garanzie,
non promette né una tana, né un nido
ma offre un itinerario di libertà. Una proposta coraggiosa.

Non serve a nulla mettere lustrini e paiettes fuori
se non si è decisi a volersi luminosi dentro.
Questo è il vero itinerario che richiede la fede in Cristo.
Spesso noi invece avanziamo la pretesa
di utilizzare qualche scampolo di novità
qualche pezzo di fede, di amore, di generosità
come vestito bello, firmato, all’ultima moda,
ma non basta se siamo vecchi dentro,
se la pelle della nostra vita è segnata da profonde rughe.

Non c’è abito, atteggiamento, gesto, parola,
pur bello, buono, prezioso, ricco,
(anche se di fede, di generosità o di amore)
che non rischia di renderci profondamente ridicoli
perché tristemente falsi con noi stessi,
finchè non sapremo guardarci in faccia
e vedere schiettamente chi siamo e come siamo
finchè non ci decideremo a non mettere più toppe
ma ad iniziare un profondo lifting interiore.

giovedì 24 giugno 2010

Giovedì 24 giugno 2010

Il Signore ti illumini e renda sempre buoni i tuoi passi.
Io spero sempre perchè credo,
credo in Lui sempre primo e nel Suo amore unico e certo
poi voglio sperare e credere nel bene dell'uomo che cresce e che vuole il cambiamento buono, lo sente, lo desidera
e decide.

Questo anche con te, per te e se Lui è in te il buono, il miglior bene, il tuo cuore te lo segnala e ti interroga e di chiama a farlo il bene, a scegliere il miglior bene.

 ... ... ... ... ... ... ...

Sia il tuo bene, bene sincero, vero: buono davvero come Lui ti ha amato e ancora ti ama e ancora ti chiama ad amarlo, perchè sei nel Suo cuore a al tuo cuore Lui ci tiene.

mercoledì 23 giugno 2010

23 giugno 1994, dedicato a te amore mio bello.

...nasce un figlio.
Il ricordo che mi accompagna è una croce!
Ricordo quella croce, una croce luminosa nel buio, che vidi ad occhi chiusi mentre ne sentivo il primo vagito.
Una croce.
Impossibile capirne il significato: ne rimasi colpita: intimorita.
Signore tutto è nelle tue mani, lo so: confido in te.

Auguri amore mio: auguri tesoro.
Il Signore ti è compagno: ci accompagna.

A te gli auguri più cari di chi ti ama tanto: primo Lui che ti voluto per il Suo Mondo e ti ha donato a noi.

Auguri Tesoro, la vita è bella sempre: è Suo dono e Lui è sempre con noi: questo solo dobbiamo sempre ricordare per vivere bene ogni cosa, ogni Suo dono per noi!

martedì 22 giugno 2010

Martedì 22 giugno 2010

"Signore, insegnaci un santo rispetto, un rispetto meravigliato per le cose alte, per il sacro che tu hai deposto nelle nostre mani. Concedici di celebrare i tuoi misteri, e in modo particolare la liturgia, con infinito rispetto. Perché, se i porci che rappresentano i nostri più bassi istinti calpestano nel fango della volgarità i tuoi misteri, il figlio del regno prende la perla preziosa e la porta verso la luce, e il suo volto è tutto illuminato dai mille colori delle variegate operazioni del tuo Spirito.".

Questa preghiera l'ho ricevuta da un amico molto caro - sacerdote - che ogni tanto mi diletta coi suoi pensieri e col quale mi confronto con il mio vivere di ogni giorno.

Mai parole furono più sante! vero dono per me oggi che sto vivendo questi giorni, da venerdì scorso alle 14:30 cc., con un pugnale davvero conficcato nel cuore!

Queste parole le ho davvero urlate guarando a Lui: a Lui, "Lui il Crocifisso" che davvero mi porta con sè sul Calvario, mi sta facendo fare tutto il Calvario, ma più di me questo cammino lo sta facendo fare a Marcello.
Mi sento molto madre che ha portato quasi con forza il proprio figlio sulla via del dolore, della prova!
Ed è strazio!
Ma io Ti ho creduto Dio mio!
Ti ho creduto: Ti ho chiesto, Ti ho voluto ascoltare e non voglio dubitare di Te.
Voglio credere al Tuo Amore!
Voglio fidarmi di Te, mi affido a Te: credo in Te.

Signore mantieni forte la Tua mano sulla nostra testa!

Guidaci ancora di più oggi, ora, qui!

Voglio crederti! Voglio credere a Te sempre e ancora di più! Ancora di più.

Vorrei svegliarmi, ma non è un incubo quello che stiamo vivendo: è la cruda realtà.
E tutto è troppo difficile, impossibile da credere.

E' la crudeltà umana che non risparmia nessuno!
Anche i consacrati possono essere crudeli, perchè restano uomini!
Essere "UOMINI di Dio" è la coerenza, la conformità della loro vita alla Parola di Dio, il vivero quotidiano con Gesù, seguendo le Sue orme, confrontandosi con il Suo esempio e la Sua Parola per essere in Dio, col Cristo Suo Figlio - morto per noi e risorto per noi -  Nostro Signore!

Dove sono questi "Tuoi scelti?", questi Tuoi consacrati?

Fammeli incontrare Signore! Voglio incontrarli!

Sono brutti quelli che mi fai guardare oggi: Tuoi cattivi esempi che mi fanno vedere brutto tutto quanto è Chiesa.
Peggio ancora, li voglio lontani da me!
Freddi, cinici calcolatori per i loro bisogni, per avere tutto quello che serve a loro e subito e poi calpestare tutto sotto i loro piedi!

Signore dove sei? Dove sei?

Le perle, la luce, dove sono?

Oggi "l'OLTRE che richiamo sempre ai miei occhi, che pongo davanti agli occhi e al cuore di ogni altro" non riesco a vederlo e fatico anche solo ad immaginarlo perchè proprio non c'è!
Difficile mantenere la lucidità per capire cosa fare, per fare e affrontare questo quotidiano giorno è difficile: umanamente impossibile!
Impossibile, proprio così, perchè non c'è un perchè plausibile! c'è l'agire contorto, l'agire cattivo di uomini perversi: Tuoi uomini di Chiesa.
Tuoi sacerdoti: anche di quelli che si mugnificano di titoli onorifici, di gradi superiori e, cosa ppeggiore, sono definiti "educatori!".
Educatori.
Educatori chi! Educatori cosa! Predicatori di cosa!
Signore Tu non puoi restare insensibile a tutto questo: dove sei Signore?
Dove sei?

Urlo: urlo e ti chiamo: "Dove sei?".

Credo che risponderai! Sò che risponderai. Non conosco i Tuoi tempi, ma conosco i Tuoi modi: non mi hai mai risparmiato  le sofferenze: questa è ancora più forte!
Più forte perchè è doppia e molto di più: è "carne della mia carne!".
Ma io credo in Te: credo in Te pur nello strazio e nelle lacrime: di tante copiose lacrime.
Ma non che non sono lacrime vane!
Tu non disprezzi le lacrime di chi Ti ama, di chi per Te è disposo a fare tutto: tutto per tutti!
So anche che il mio amare, l'amare di chi amando Te ama tutto e tutti, non ci mette al riparo - appunto - dalle sofferenze: queste non ce le eviti proprio, anzi! è la conseguenza ovvia che ci attende: l'esame a cui ci sottoponi a Tuo piacere!
Mamma mia!
Quant'è facile dirci capaci di tutto per te!
Quant'è doloroso vivere con fede la prova pur nella consapevolezza, nella certezza che tutto è sempre e solo dono del Tuo amore per me!

Lacrime mai vane per Te: di questo sono certa, lo sò!

Questo mi consola: in questo cerco consolazione, anche per consolare!

E allora col cuore straziato ancora  dico: "Sia sempre fatta la Tua volontà. E così sia.".

domenica 20 giugno 2010

Domenica 20 giugno 2010

Tu solo, Signore, sei giudice e Tu solo giudichi con giustizia, con esattezza, secondo criteri che possiamo intuire, ma che non dominiamo.
E a Tuo Figlio, e a Lui solo, hai rimesso il giudizio.
Tu non giudichi per condannare, come fanno i tribunali umani, ma restituisci la giustizia.
Tu raddrizzi ciò che era storto e rendi giustizia a chi era stato spogliato dei suoi diritti.
Preservaci, Signore, dall'usurpare la tua funzione divina, costituendoci giudici dei nostri fratelli, quando il tempo del giudizio non è ancora giunto.

sabato 19 giugno 2010

Sabato 19 giugno 2010

Liberaci, Signore, da quei divoratori di energie spirituali che sono la preoccupazione e l'inquietudine.
Tu ci vuoi liberi come gli uccelli del cielo.
Seguendo Te, noi camminiamo già nell'ambiente divino che non obbedisce alle leggi della terra.
Come Ti prendi cura degli animali, così la Tua Provvidenza sovviene ai bisogni di coloro che vivono in Te.
Liberaci dalla preoccupazione, come da un peccato contro la fiducia, come da una mancanza
di fede in tutte le sue promesse.
Fa' che ci rendiamo conto di quanto valiamo ai tuoi occhi.

venerdì 18 giugno 2010

Venerdì 18 giugno 2010

Concedici, Signore, di discernere i veri valori, i veri tesori, la sola
ricchezza che non si acquista se non nella povertà secondo lo Spirito, che
ci colma dei beni del mondo che verrà. Concedici di vedere con uno sguardo
limpido che tutto ciò che facciamo, pensiamo o diciamo trova un'eco nel
cielo. Concedici di essere folli per essere saggi, di dare senza tenere
conto i beni della terra, per ricevere in eredità la vita eterna. Nessuna
avarizia materiale o spirituale offuschi la nostra percezione di questo
ammirevole scambio.

venerdì 11 giugno 2010

Don Giulio, domenica 13 giugno 2010

SIAMO CAPACI DI PERDONARE DIO?
11ma domenica del Tempo Ordinario C

Ci è mai capitato di chiederci
se siamo capaci di perdonare a Dio?
Della pagina del Vangelo che abbiamo appena letto
c’è un particolare che mi colpisce sempre:
“e volgendosi verso la donna… disse a Simone…”
Se pensiamo che allora pranzavano stesi su tappeti
(è per questo che la donna riesce a toccare i piedi di Gesù)
quando Gesù “si volge verso la donna”,
vuol dire che parla al padrone di casa girandogli le spalle!

Noi accettiamo senza fiatare
il grande e inaccessibile mistero della Trinità,
il mistero della presenza nel pane eucaristico,
la risurrezione della carne… e tutti i dogmi più strani,
…ma, in fondo in fondo, la generosità di Dio ci fa problema!

È sconcertante, anzi scandaloso vedere
con quanta facilità attribuiamo a Dio il male,
accusandolo delle catastrofi più terrificanti,
delle crudeltà più assurde nel mondo,
e proviamo ripugnanza ad accettare con gioia
un gesto di misericordia, di bontà, di amore
da parte di Dio anche verso chi non lo merita.

Eppure continuiamo a pregare tutti i giorni:
“sia fatta la tua volontà”!
Ma la volontà di Dio è esattamente questa:
girarsi verso chi non se lo merita
e girare le spalle a chi presume di essere apposto!
La prova che la nostra fede è debole è che non riusciamo
a perdonare a Dio le sue debolezze di cuore.
È assurdo che non ci spaventa (anzi ci crediamo tanto)
alla severità di Dio e alla sua possibilità di castigarci,
invece è la sua bontà esagerata ci crea incubi.
Se conoscessimo davvero il Dio di Gesù
non potremmo accettare di pensare in lui la severità,
il male, il dolore, ma solo l’amore che sorride:
il Dio di Gesù è un Dio che prima di giudicare capisce!

Quando Dio si scioglie davanti a “certo genere di persone”
il vero credente e chi non sbuffa dicendo “troppo comodo!”,
ma chi riesce a sorridere con gioia dicendo: “troppo bello!”.
C’è qualcosa di peggio che essere lontani da Dio:
è il credersi vicini a Dio, il credersi apposto,
cioè il tirare Dio dalla nostra parte, a nostra misura.

Purtroppo basta guardare a come siamo fatti per notare
che i nostri occhi sono più vicini al cervello che al cuore!
Se solo avvicinassimo di più gli occhi al cuore,
facendo meno castelli sui gossip che riguardano gli altri,
guardando di più “a che razza di donna/uomo” siamo noi,
vedremmo quanto spesso anche noi ci prostituiamo:
quando sulle strade della quotidianità siamo disposti
a vendere i nostri sentimenti per guadagnare qualcosa,
a vendere le nostre amicizie per vivere meglio,
a vendere tempo e corpo pur di avere sempre di più…

E allora non possiamo che stare zitti in un angolo
e dire grazie, commossi, per questo sorriso di Dio per noi!

mercoledì 9 giugno 2010

Mercoledì 9 giugno 2010

...sia una buona notte!
Sia una buona notte, un meritato riposo!
Che chiudendo gli occhi questa sera tu possa sentire forte la pace nel tuo cuore!
Pace che ti è donata dalla consapevolezza che il tuo fare, dire, operare di oggi è stato cosa buona per Lui!
che ti sei impegnato per Lui, proprio nel tuo esserci con ogni altro, l'altro che è il tuo prossimo vicino, l'altro che hai incontrato per caso!
Ogni altro!
Compaesano, concittadino, italiano o straniero, povero e ricco: ogni altro.
E davvero vorrei tu fossi riuscito a fare qualcosa di buono, di nuovo, di diverso! qualcosa di assolutamente normale, ma che oggi per te si sia dimostrato "speciale!".
E se avrai assaporato la bellezza della gioia del cuore, del tuo cuore, è certo che oggi hai incontrato Lui sul tuo cammino!
E sia davvero una notte speciale!

martedì 8 giugno 2010

Martedì 8 giugno 2009

Poniamo tutto nelle mani del Signore!
In Lui ogni nostro fare dire: tutto!
E preghiamo!
E ci leghi davvero la preghiera a Lui primo così da sentirci sempre e solo uno in Lui con ogni altro e proprio per non farci prendere dai turbamenti, dalle amarezze quando ci troviamo osteggiati, ostacolati, usati!
Ci sia sempre chiaro che tutto facciamo per Lui e che a Lui è gradito il nostro essere positivi qui oggi ora!
Qui la gioia che nessuno mai potrà toglierci!
E così sia.

lunedì 7 giugno 2010

Lunedì 7 giugno 2009

E' bello iniziare un nuovo giorno.
Eppure, se guardassi il passato recente, gli ultimi giorni, non sono mancate le amarezze, i gesti umanamente irriconoscenti di un bene donato - il mio poco, portato a compimento da Lui che tutto ha sostenuto - dell'essermi prestata per fare e dare il meglio.Amarezze chenon è facile - da subito - pensarle Suoi doni.
Eppure sono sempre e comunque Suoi doni da ripulire dalla corteccia che li nasconde, dal guscio, dalla terra, ... dalla distanza che ancora tra queste persone e il riconoscimento di un bene, del valore del gesto, della parole, dell'altro che, credendo in Lui e vedendo in loro Lui, tutto opera per il miglior bene!
...ma è bene, appunto, fatto a Lui. E ciò ci basti e andiamo avanti e sempre...lasciandoci sospingere dal Suo vento, dalla Sua parola.
Felici di stare con Lui, di avere Lui con noi.
E sia così anche per te.
Buona giornata, buona settimana.

venerdì 4 giugno 2010

Don Giulio, domenica 6 giugno 2010

6 giugno 2010
UN OROLOGIO ROTTO
Solennità del Corpus Domini

Mi sono trovato a pensare come anche un orologio rotto
segna due volte al giorno l’ora giusta.
Le lancette ferme di un orologio rotto si trovano
al punto giusto una volta al mattino e una volta alla sera.

Questo ci aiuta a cogliere la bellezza e la grandezza
dell’Eucarestia, del Corpus Domini – il Corpo del Signore,
quel “Corpo di Cristo”, al quale noi rispondiamo subito, forse troppo per abitudine, “Amen” cioè: ci credo, è così!

Ogni volta che noi veniamo alla Messa incontriamo Dio
non solo con il cuore o con la mente,
ma è un incontro corpo a corpo.

C’è il mio corpo, con tutto ciò che sono, provo e vivo,
con la mia profondità e con le mie fragilità,
con la mia fede e i miei dubbi
con i miei sentimenti e le mie paure.

C’è poi il suo corpo, che si butta nelle mie mani
senza guardare se sono pulite o sporche,
senza chiedere cosa hanno toccato o dove si sono poggiate
senza giudicare se hanno accarezzato o picchiato,
se hanno lavorato o se sono rimaste in tasca.
E le nostre mani, disegnate dalla vita, si aprono
non per sfiorarlo, ma per prenderlo e mangiarlo.
Dio sceglie come tabernacolo, trono, baldacchino
la nostra bocca piena di tutto e di più:
le nostre labbra da cui escono i più dolci baci d’amore
e le più acide e corrosive cattiverie,
le nostre labbra che si spalancano ai sorrisi
che si tendono per nervosismi o fatiche,
che si accartocciano per tristezza e pianti segreti.

Spesso ci rendiamo conto di essere come orologi rotti
o anche solo scarichi che non sanno più dire che ora è.
Lo sappiamo bene che non è il tempo ad essersi fermato,
ma che siamo noi che non riusciamo più a “stargli dietro”.
Dio ci gira attorno, come il tempo gira attorno alle lancette,
e ci accorgiamo che se anche siamo immobili o bloccati
come le lancette di quell’orologio, Dio ci permette
di segnare l’ora giusta almeno due volte al giorno.
Se noi non giriamo più, è lui che gira attorno a noi.
Spesso nel linguaggio popolare il sentimento dell’amore
si esprime proprio così: “gli corre dietro”.

Questa è la preziosità del dono dell’Eucaristia nella Messa:
Dio è innamorato di me, nonostante me!
L’importante non è ciò che io dono a Dio o faccio per lui
ma ciò che lui fa per me, chi lui è per me,
nonostante le fatiche, i dubbi, le debolezze, le fragilità.

“Eucarestia” viene dal greco e significa “rendere grazie”:
è dire grazie perché lui è “gratis”. Così è l’amore.
Io non devo pagarlo con niente.
Un amore “pagato” non è amore ma prostituzione!
Si possono fermare le lancette, ma il tempo no.
E il tempo sa far segnare l’ora giusta, due volte,
anche ad un orologio rotto. È il sacramento dell’Amore!