venerdì 11 giugno 2010

Don Giulio, domenica 13 giugno 2010

SIAMO CAPACI DI PERDONARE DIO?
11ma domenica del Tempo Ordinario C

Ci è mai capitato di chiederci
se siamo capaci di perdonare a Dio?
Della pagina del Vangelo che abbiamo appena letto
c’è un particolare che mi colpisce sempre:
“e volgendosi verso la donna… disse a Simone…”
Se pensiamo che allora pranzavano stesi su tappeti
(è per questo che la donna riesce a toccare i piedi di Gesù)
quando Gesù “si volge verso la donna”,
vuol dire che parla al padrone di casa girandogli le spalle!

Noi accettiamo senza fiatare
il grande e inaccessibile mistero della Trinità,
il mistero della presenza nel pane eucaristico,
la risurrezione della carne… e tutti i dogmi più strani,
…ma, in fondo in fondo, la generosità di Dio ci fa problema!

È sconcertante, anzi scandaloso vedere
con quanta facilità attribuiamo a Dio il male,
accusandolo delle catastrofi più terrificanti,
delle crudeltà più assurde nel mondo,
e proviamo ripugnanza ad accettare con gioia
un gesto di misericordia, di bontà, di amore
da parte di Dio anche verso chi non lo merita.

Eppure continuiamo a pregare tutti i giorni:
“sia fatta la tua volontà”!
Ma la volontà di Dio è esattamente questa:
girarsi verso chi non se lo merita
e girare le spalle a chi presume di essere apposto!
La prova che la nostra fede è debole è che non riusciamo
a perdonare a Dio le sue debolezze di cuore.
È assurdo che non ci spaventa (anzi ci crediamo tanto)
alla severità di Dio e alla sua possibilità di castigarci,
invece è la sua bontà esagerata ci crea incubi.
Se conoscessimo davvero il Dio di Gesù
non potremmo accettare di pensare in lui la severità,
il male, il dolore, ma solo l’amore che sorride:
il Dio di Gesù è un Dio che prima di giudicare capisce!

Quando Dio si scioglie davanti a “certo genere di persone”
il vero credente e chi non sbuffa dicendo “troppo comodo!”,
ma chi riesce a sorridere con gioia dicendo: “troppo bello!”.
C’è qualcosa di peggio che essere lontani da Dio:
è il credersi vicini a Dio, il credersi apposto,
cioè il tirare Dio dalla nostra parte, a nostra misura.

Purtroppo basta guardare a come siamo fatti per notare
che i nostri occhi sono più vicini al cervello che al cuore!
Se solo avvicinassimo di più gli occhi al cuore,
facendo meno castelli sui gossip che riguardano gli altri,
guardando di più “a che razza di donna/uomo” siamo noi,
vedremmo quanto spesso anche noi ci prostituiamo:
quando sulle strade della quotidianità siamo disposti
a vendere i nostri sentimenti per guadagnare qualcosa,
a vendere le nostre amicizie per vivere meglio,
a vendere tempo e corpo pur di avere sempre di più…

E allora non possiamo che stare zitti in un angolo
e dire grazie, commossi, per questo sorriso di Dio per noi!

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