venerdì 2 marzo 2012

Don Giulio, domenica 4 marzo 2012


Buona domenica
don Giulio

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VANGELO DI RIFERIMENTO

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li
condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato
davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime:
nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve
loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola,
Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre
capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti
che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì
con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio,
l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non
videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal
monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto,
se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi
tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere
dai morti.


RIFLESSIONE


4 marzo 2012

IL VOLTO TRASFIGURATO
2a domenica di Quaresima A



Noi siamo davanti oggi non ad una pagina da leggere
ma ad un album di fotografie da sfogliare.
Siamo davanti alla bellezza di alcuni volti.
Vogliamo guardare all’intensità di questi volti,
vogliamo cercare di incrociare la profondità dei loro sguardi.

E apparve Gesù tra Mosè ed Elia.
Mosè è colui che ha annunciato la terra promessa.
Elia è colui che ha annunciato l’arrivo del Messia.
Mosè offre il dono di Dio, Elia offre la promessa di Dio.
Mosè ha dato la legge, Elia ha aperto la profezia.
Mosè è la memoria del passato, Elia è la speranza del futuro.

La nostra vita si pone sempre tra questi due volti:
tra il “già” (di Mosè) e il “non ancora” (di Elia),
e il Vangelo ci dice che Gesù sta nel mezzo.

Il Signore si mostra sempre così, tra Mosè e Elia:
conosce il nostro passato per aprirci un nuovo futuro.

Papa Giovanni diceva: “Il cristiano deve sempre avere
la Bibbia in una mano e il giornale nell’altra”.

Gesù si mette tra il “già” che è la sua Parola: la Bibbia
e il “non ancora” che è la nostra vita: il giornale.

Cosa vuol dire vivere con in mano la Bibbia e il giornale?
Significa coltivare tre qualità con cui colorare le giornate:
la speranza, la generosità, la tenacia,
come ci suggeriscono altri tre volti di questa scena:
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni.
Pietro è il traditore che si vede perdonato.
Ci insegna la speranza, la capacità di sorridere alla vita
perché oltre ogni lacrima amara, oltre ogni fallimento,
anche oltre la notte più buia c’è sempre una nuova alba.

Giacomo, è il primo degli apostoli a morire per Gesù,
proprio lui che aveva chiesto a Gesù di stare alla sua destra,
cioè di dargli il posto più importante “sopra” gli altri.
Ci insegna la generosità: dall’orgoglio di essere “sopra”
alla felicità di essere importanti “per” gli altri,
donando non quello che si ha, ma quello che si è.

Giovanni, è l’unico discepolo che arriva sotto la croce.
Ci insegna la tenacia, il coraggio della fiducia,
anche quando non capisci o non vedi via d’uscita.
Non si è arreso, non è scappato, è andato avanti a testa alta.

C’è ancora un volto da guardare: il volto luminoso di Gesù
che sussurra teneramente ai suoi: Alzatevi, non temete!
Torniamo a valle… Bisogna tornare alla vita di sempre…
Gesù non annulla i nostri dubbi e le nostre debolezze:
ogni giorno siamo immersi nella “nube” della nostra fragilità,
e talvolta anche nell’oscurità dei nostri ripensamenti.

Potremmo rileggere alla luce di Cristo quanto laicamente
ma simpaticamente diceva Bob Marley:
“Non avere paura del domani,
in fondo oggi era il giorno che ti faceva paura ieri”.

Che il Signore ci insegni a pregare con la Bibbia e il giornale,
a portare il suo volto luminoso nella nostra buia normalità,
impastando con serenità l’amore che lui ci dona gratis
con la concretezza della fragilità della nostra vita di sempre.

Ogni volta che cercheremo di vivere così
trasfigureremo noi stessi e trasfigureremo il mondo.

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