domenica 22 aprile 2012

O.P. omelie domenicane 22 aprile 2012


3a dom. di pasqua, B, ’12Perché siete turbati?

Anche in questa terza domenica di pasqua siamo chiamati ad accrescere e confermare la nostra fede in Gesù. Il fondamento della nostra fede è la resurrezione di Gesù, sulla quale talvolta possiamo rimanere turbati come i primi apostoli prima della pentecoste. Il Signore aumenti la nostra fede. Chiediamo perdono delle nostre tiepidezze e pigrizie.



Un pensiero anzitutto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nata 91 anni fa per iniziativa del p. Gemelli, aiutato dal Toniolo (che verrà beatificato sabato 29 aprile), Necchi e Armida Barelli, la quale promosse nell’Azione cattolica femminile un formidabile sostegno capillare di piccole offerte, per realizzare questo sogno. I cattolici fondavano una loro università in Italia, senza contributi governativi, e l’hanno portata avanti sostenendola di tasca propria, come del resto tutte le scuole cattoliche. Lo stato aveva allora il monopolio delle università, e una facoltà di teologia non era ammessa, come non lo è ancora attualmente. L’Università Cattolica ha ancora bisogno di sostegno, per non chiudere, come molte scuole cattoliche sono costrette a farlo per insostenibilità dei costi. Una cosa su cui pensare, anche politicamente.

            In queste settimane di pasqua siamo chiamati anche noi, come gli apostoli, e ripensare e chiarire la nostra fede in Gesù. Abbiamo ascoltato poca fa due pagine scritte da san Luca, una dal suo vangelo e una dagli Atti degli apostoli, nel quale Luca racconta i primi passi missionari della chiesa. La predicazione degli apostoli aveva sempre al centro Gesù morto e risorto, la resurrezione. Evento fondamentale. È la garanzia di Dio sulla persona di Gesù.

            È interessante il fatto che Gesù abbia scelto, e affidato la continuazione della sua opera, a delle persone che facevano fatica a credere, che stentavano a dargli fiducia sino in fondo. La scelta di queste persone, delle quali uno lo tradì addirittura, penso sia stata una strategia divina per aiutare la fede anche di noi che saremmo diventati discepoli dopo. Certamente il Signore Gesù una volta risorto ha dovuto porsi il problema di come farsi riconoscere e come convincere i suoi discepoli. Era una cosa troppo nuova per la loro mentalità, come per tutti i loro contemporanei. Quando san Paolo volle parlare ai maestri e discepoli della grande scuola di Atene si sentì ridere in faccia quando disse che Gesù era risuscitato: ti ascolteremo un’altra volta, gli dissero andandosene. Oggi non minore difficoltà incontra il fatto della resurrezione, presso i contemporanei.

            Tuttavia la difficoltà degli apostoli a credere, è una garanzia anche per la veridicità della loro testimonianza, e per la nostra fiducia nella loro testimonianza. Di fatto la vita cristiana si basa sulla testimonianza degli apostoli e dei primi discepoli: la nostra è la fede degli apostoli, la chiesa è la chiesa apostolica, il Credo è quello degli apostoli. Gesù doveva proprio convincerli. Orbene, come poteva fare Gesù per parlare della sua resurrezione e farla riconoscere vera? Serve anche a noi questo processo.

Mi sembra di scorgere una pedagogia di Dio. Dapprima una tomba sigillata trovata aperta, scoperchiata e vuota, poi il lenzuolo e le bende che avvolgevano il corpo di Gesù lì per terra afflosciate, come un guscio vuoto, mentre il velo che copriva il suo volto era piegato da una parte. Qualcuno evidentemente aveva piegato quel velo, ma certamente non avevano rubato il corpo di Cristo altrimenti non ci sarebbero state lì le bende, o non sarebbero rimaste nella posizione di sepoltura. Qualcosa di misterioso era avvenuto certamente. Anche i soldati messi a guardia della tomba non videro sulla se non l’aprirsi spontaneo della tomba (un terremoto?), per cui fuggirono via spaventati. Arrivate le donne al mattino presto per completare la sepoltura, perché Gesù era stato sepolto in fretta il venerdì sera, quella sera iniziava infatti la pasqua degli ebrei, presero un grande spavento al vedere la tomba aperta e vuota: cos’era successo? Dentro la tomba (la grotta), videro inoltre uno che disse loro che era inutile cercare Gesù, non era più lì, era risorto, come aveva predetto, e che andassero a dirlo ai suoi discepoli. Al che esse corsero via impaurite e andarono a riferire tutto agli apostoli. Pietro e Giovanni corsero allora anche loro al sepolcro e videro come avevano detto le donne, ma di lui, di Gesù, nessuna traccia. Le donne avevano detto infatti di averlo anche visto mentre rientravano in città, ma loro non videro nessuno, né angeli né Gesù. In giornata Gesù si fece riconoscere da Maria di Magdala, si accodò ai due discepoli che tornavano a casa delusi, verso Emmaus, apparve a Pietro. Nella notte Gesù si presentò agli apostoli riuniti insieme a raccontarsi gli avvenimenti incalzanti di quella giornata. Erano perplessi. All’apparire di Gesù in mezzo a loro, improvvisamente, a porte chiuse, senza che alcuno avesse bussato e gli avesse aperto rimasero impauriti. Cosa avremmo fatto noi? Avremmo gridato come loro anche noi: è un fantasma! Gesù li calmò, si fece riconoscere: sono io, non abbiate paura, e mostrò loro le mani e il fianco con le cicatrici rimarginate dei chiodi e della lancia. Poi chiese da mangiare, per dire che era lì col suo corpo, non era uno spirito. Anche se il mangiare, per un corpo risorto, è problematico, perché in cielo non ci sono cucine e bagni. Gesù ha voluto fare un miracolo per confermare che era proprio lui. Alla fine rimasero convinti. Ma mancava uno, Tommaso, e le sue difficoltà a credere aiutano anche noi. Vedete, è per tutte queste cose che io credo in Gesù e in tutto quello che lui ha fatto e detto, per la sincerità della testimonianza dei primi discepoli, non di uno solo ma di molti, e concordi, anche se le loro testimonianze scritte non sono delle fotocopie, anzi proprio perché non sono fotocopie nei minimi particolari che il fatto centrale è vero, e comune a tutti. Queste sono tutte testimonianze storiche, giunte a noi inalterate, e messe anche per iscritto per i posteri. Da queste testimonianze è nata la chiesa, sono nati i santi.

È molto ragionevole credere in Gesù, non è una credulità facile la nostra, e non è contraria alla ragione umana, all’intelligenza. Anzi è più secondo intelligenza credere che non credere. Se fosse stato tutto inventato, gli apostoli sarebbero rimasti tutti fermi nella loro fedeltà a Cristo, fino al martirio di sangue?

            Perché siete turbati? dice anche a noi Gesù. Non abbiate paura, la vostra fede è bene fondata. Siate forti e coraggiosi nel credere, nel testimoniare e nel vivere secondo l’esempio e l’insegnamento che vi ho dato.


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