sabato 8 maggio 2010

8 maggio: Patrocinio della B. Vergine Maria su tutto l'ordine dei Predicatori.

TRATTO DA:"LA DEVOZIONE A MARIA NELL'ORDINE DOMENICANO"  DI A. D'AMATO- EDITRICE ESD-BOLOGNA

S. DOMENICO E LA BEATA VERGINE


1. MARIA E LA FONDAZIONE DELL'ORDINE

S. Domenico fu devotissimo a Maria. Tutti i santi sono
particolarmente devoti a Maria, perché la beata Vergine, che per prima e più fedelmente ha vissuto il messaggio evangelico, è modello e guida a tutti coloro che vogliono seguire Cristo.

 Domenico tuttavia è «mariano» per un titolo speciale.
La sua devozione a Maria, madre del Verbo incarnato, si puòconsiderare «una grazia di stato, un dono che il cielo gli riserva, in quanto fondatore di un Ordine, per meglio compiere lasua missione» (3).
Lo stretto legame che unisce Domenico a Maria è più di
una devozione; è parte essenziale della sua stessa vocazione e della sua missione. Per questo è convinzione comune dei primi frati che Maria abbia avuto una parte molto importantenella fondazione dell'Ordine.
Due antichissime fonti, riportate da fra Gerardo Frachet
nelle Vitae fratrum, attribuiscono a Maria la nascita dell'Ordine. Un monaco raccontò di aver visto, in visione, prima che l'Ordine fosse fondato, la beata Vergine che supplicava il Figlio irato contro l'umanità, ottenendo alla fine l'istituzione di un Ordine di predicatori per la salvezza degli uomini. «Poiché non è conveniente che ti neghi alcuna cosa - dice il Figlio a Maria - darò loro i miei predicatori, per mezzo dei quali siano illuminati e corretti».

«A conferma di questa visione - continua fra Gerardo -
anche un anziano monaco cistercense dell'abazia di Bonnevaux raccontò al maestro Umberto de Romans che un monaco gli aveva detto di aver visto la Vergine Maria supplicare il proprio Figlio perché avesse pietà degli uomini.Alla fine, vinto dalle sue preghiere, Gesù dice: "per le tue preghiere avrò ancora misericordia, manderò loro i predicatori, perché li ammoniscano". Per questo si può pensare senza alcun dubbio - conclude l'anziano monaco - che l'Ordine vostro sia
stato creato per le preghiere della Vergine gloriosa. Per cui dovete con ogni diligenza conservare un Ordine così degno e onorare particolarmente la beata Maria» (4).
Il carattere provvidenziale dell'Ordine dei frati predicatori è sottolineato anche dalle Bolle di Onorio 111 e poi dal b.Giordano di Sassonia (5), da Pietro Ferrando (6) e in genere dai primi biografi di S. Domenico.
Il b. Umberto è convinto che «l'Ordine è un dono di Dio
all'umanità, ottenuto dalle preghiere della beata Vergine.
Per questo - egli dice - a Maria, come a speciale patrona, il beato Domenico raccomandava l'Ordine nelle sue preghiere.
Ed è per questo che a lei come a Madre ci raccomandiamo ogni giorno con la processione (dopo Compieta), come al beato Domenico con la commemorazione, avendoli come
speciali patroni in cielo» (1).
Anche S. Caterina da Siena attribuisce a Maria un compito essenziale nella vocazione e nella missione del fondatore dei frati predicatori. Domenico - dice il Signore alla santa- «prese l'ufficio del Verbo Unigenito mio Figliolo... Egli fu un lume che io porsi al mondo col mezzo di Maria...» (8).È Maria dunque, la Madre dell'Unigenito Figlio di Dio, che ottiene dal Padre celeste colui che dovrà prendere «l'ufficio del Verbo», che cioè dovrà continuare la missione di Cri-
sto.

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(3) G. CORMIER, La Dévotion de S. Dominique à Marie dans ses rap-
ports avec la fondation de l'Drdre, Roma 1905, pp. 7-9,
13
4) Vitae fratrum, cit., pp. 6-9. '-. "
(5) Cfr. Libellus de principiis Ordinis Praed., in «Monumenta O.P.
Hist. », XVI, Romae 1935, p. 25, n. 2.
(6) Cfr. Legenda S. Dominici, in «Monumenta O.P. Hist.», XVI, p.
209, n. 1.
(7) De Vita regulari II, Romae 1889, pp. 135-136.
(8) S. Caterina da Siena, Libro della divina Dottrina, Bari 1912, cap.
158.



2. L'APOSTOLO DI MARIA

Domenico, votato alla predicazione della verità evangelica, è in particolare l'apostolo di Maria. Nella lotta contro l'eresia, uno degli argomenti principali della sua predicazione è certamente la divina maternità di Maria. Gli albigesi, in mezzo ai quali inizia la sua attività di missionario, negano l'Incarnazione del Verbo, di conseguenza non riconoscono Maria Madre di Dio. Essi rivendicano a se stessi il merito digenerare «i perfetti ».
Per questi eretici Maria non è neppure una persona uma
na,; è «un angelo mandato dal cielo», che insieme a Giovanni evangelista viene ad annunciare ciò che avviene in cielo.

 In lei non c'è nulla di materiale; il suo è un corpo spirituale,composto solo di elementi spirituali. Per i Catari neppure Cristo è un uomo; la materia è cosa impura, viene dal principio del Male. Anche Cristo è un angelo, che viene sulla terra sotto le apparenze di un uomo; non è il Salvatore; il suo compito non è quello di salvare l'umanità, ma solo di insegnare
agli uomini che esiste un principio spirituale che è in cielo e in ciascun uomo.
In mezzo a questi eretici Domenico svolge la sua attività
missionaria. Per combattere questi errori egli cosi è soprattutto l'apostolo della divinità di Cristo e della divina maternità di Maria.
Le molte dispute che Domenico deve continuamente af-
frontare sono sempre accompagnate dalle sue fervorose preghiere. Nelle sue preghiere invoca con insistenza la misericordia del Redentore e domanda la mediazione di Maria «madre di misericordia». Durante i suoi lunghi viaggi per lestrade di Francia e d'Italia, spesso lo si sente cantare l'inno a Cristo Redentore: «Jesu, nostra redemptio» (9), la salve Regina e l'Ave maris stella (lO), proclamando anche in questo modo la sua fede in Cristo, Figlio di Dio e Salvatore, e in Maria Dei Mater alma, che offre all'umanità «Gesù, il frutto benedetto del suo seno».
Non a caso certamente Domenico fissa il centro della sua attività missionaria presso una cappella dedicata a Maria, a Prouille (l1). Era poi così evidente alla gente la devozione della comunità di Prouille alla beata Vergine che Domenico,i suoi frati e le suore venivano indicati come «coloro che erano a servizio di Dio e della Vergine Maria» (l2).



3. MARIA "SPECIALE PATRONA» DELL'ORDINE

- A Maria «regina di misericordia» Domenico aveva affidato, come a speciale patrona, tutta la «cura» dell'Ordine, ci assicura Costantino da Orvieto (t 1256) (l3), uno dei primi biografi del santo. La stessa cosa ripete anche il b. Umberto (l4).
Domenico sente un estremo bisogno dell'aiuto della beata Vergine nello svolgimento della sua attività apostolica; a lei si rivolge con immensa fiducia; da lei invoca protezione per i propri figli. Da Maria Domenico ottiene la guarigione di maestro Reginaldo d'Orléans, non ancora frate predicatore ma desideroso di diventarlo (15). Il b. Giordano fu informato
di questo intervento prodigioso dallo stesso S. Domenico,che l'aveva raccontato a Parigi «alla presenza di molti» (16).
Per testimoniare la propria devozione a Maria e la pienasudditanza a lei dei frati predicatori, Domenico inventa una nuova formula di professione religiosa, con la quale espressamente si promette obbedienza a Maria. Ciò che «non avviene negli altri Ordini», sottolinea Umberto de Romans (17).

 Questa professione di obbedienza a Maria è il riconoscimento pubblico e ufficiale del titolo di cofondatrice dell'Ordine che i primi frati attribuiscono a Maria. Il frate predicatore intende inaugurare ai suoi piedi una vita consacrata totalmente al servizio di Cristo e di sua madre.
Non a caso Domenico, proprio nel giorno dedicato all' Assunzione della beata Vergine, compie quel gesto che, per la sua audacia, meraviglia grandemente i suoi figli e non è compreso neppure dai suoi più intimi amici: la dispersione nel mondo dei suoi primi compagni. È infatti il 15 agosto (1217), quando, fiducioso nella materna protezione di Maria, invia,per la prima volta, i suoi frati nel mondo. Quel gesto, così coraggioso, giudicato addirittura temerario da alcuni suoi ami-
ci, era maturato nel suo animo durante i suoi lunghi colloqui con Dio e con Maria, che venerava come speciale patrona dell'Ordine.


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(9) Vitae fratrum, p. 105. Per Domenico i suoi frati sono «uomini evan-
gelici, che seguono le orme del Salvatore» (Constitutiones antiquae I, cap.
31).
(lO) Cfr. Acta canonizationis S. Dominici, in «Monumenta O.P. Hist. »,
XVI, n. 21.
(lI) Questa scelta sembra sia stata suggerita da un prodigio (cfr. H. VI-
CAIRE, Storia di S. Domenico, Ed. Paoline 1983, pp. 221-223).
(l2) Cfr. Monumenta diplomatica S. Dominici, in «Monumenta O.P.
Hist. », XXV, pp. 28,29, 33, 34, 35, ecc.
(l3) Legenda S. Dominici, in «MOPH XVI», p. 308, n. 31.
(l4) De Vita regulari, cit., p. 136.
15) «A Maria - scrive Costantino d'Orvieto - Domenico si rivolse con
grida del cuore importune, di non essere privato cosi repentinamente di un
figlio in un certo senso appena concepito e non ancora nato; e tanto più im-
portunamente insisteva affinché si degnasse di concederglielo almeno per
un po' di tempo, quanto più era certo che egli sarebbe stato un vaso di ele-
zione e di grazia». La Vergine lo esaudi; guari Reginaldo e apparendogli gli
mostrò l'abito che doveva indossare: era appunto l'abito dei frati predicato-
ri (cfr. Legenda cit., in «MOPH XVI, pp. 308-310. nn. 31-33).
(16) Libellus de principiis cit., n. 57. Il beato Giordano parla anche
dell'ostensione dell'abito dell'Ordine a Reginaldo. In seguito alcuni storici
hanno alterato l'episodio nel senso che la beata Vergine abbia suggerito a.
Reginaldo l'abito dell'Ordine. Ma al momento della visione del b. Reginal-
do, l'Ordine aveva già il proprio abito. Con l'ostensione dell'abito, la b.
Vergine voleva solo indicare al febbricitante Reginaldo l'Ordine al quale
egli doveva aderire. Pietro Ferrando, confermando la visione riportata da
Giordano di Sassonia, cosi si esprime: «Gli mostrò l'abito dell'Ordine dei
Predicatori, dicendo: «Ecco questo è l'abito del tuo Ordine» (cfr. Legenda
cit., in «MOPH XVI», nn. 33-35).
(17) De Vita regulari cit., Il, p. 71.


Domenico vuole che la giornata del frate predicatore in
cominci nel nome di Maria e termini con la sua lode. Stabilisce infatti che i suoi frati, al mattino appena svegli, mentre sono ancora nel «dormitorio», rivolgano a Maria il loro pensiero e la loro preghiera con la recita del suo Ufficio (18). Il b.Umberto a tale proposito sottolinea: è segno «di grande rive-
renza verso la Vergine Maria che i frati subito appena si svegliano, prima di ogni altra cosa, si occupino in eius servino» (19).
 La sera poi, al termine della giornata, dopo Com-
pieta, Domenico vuole che l'ultima preghiera sia ancora rivolta a Maria, con la recita della Salve Regina.
La stessa beata Vergine manifesta di gradire molto questa devozione dei «suoi» frati. Un giorno infatti, apparendo al beato Giordano dice: «amo di uno speciale amore il tuo Ordine e fra le altre cose questo è a me molto gradito che ogni cosa che fate e dite incominciate dalla lode mia e in essa finite» (20).
Maria manifesta allo stesso Domenico di gradire molto
che i suoi frati terminino la giornata con la recita della SalveRegina. Una notte infatti, mentre i frati dormono, Maria appare a Domenico, che veglia in preghiera: la beata Vergine passa per il dormitorio, aspergendo i frati a uno a uno e gli rivela che, quando la sera recitano l'antifona salve Regina, lei
«alle parole: Eia ergo advocata nostra supplica suo Figlio,perché conservi l'Ordine». Poco dopo, mentre ancora prega,Domenico, rapito in estasi, vede la beata Vergine, seduta alla destra del Signore circondata da un gran numero di beati, appartenenti a tutti gli Ordini religiosi; non vede però nessuno dei suoi frati. A tale visione, egli scoppia in pianto. Ma il Signore lo consola: «Il tuo Ordine - gli dice -l'ho affidato a
mia madre». 

Contemporaneamente la Vergine apre il suo
mantello ed egli vede sotto di esso raccolti tutti i suoi frati defunti.
Queste visioni furono raccontate dallo stesso Domenico
ai frati e alle suore di S. Sisto a Roma (21). Esse ci fanno conoscere quale rapporto di affetto legava Domenico alla beata Vergine e quanta fiducia egli aveva nella sua protezione.
Maria, che accoglie sotto il suo manto i figli di Domenico,riserva pure una accoglienza tutta particolare a colui che aveva assunto «l'ufficio del Verbo». Proprio nel momento in cuiil fondatore dei frati predicatori, in una celletta del conventodi Bologna, circondato dai suoi frati passa all'eternità (6 ago-
sto 1221), fra Guala, priore di Brescia, vede in sogno il cielo aperto e Gesù e sua Madre Maria che traggono in alto, su una scala, Domenico per introdurlo nella gloria celeste (22).

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18) Constitutiones antiquae cit., I, cap. 1.
(19) De Vita regulari II, pp. 70-72.
fO) Vitae fratrum, p. 119.
(21) Cfr. SR. CECILIA, I miracoli del beato Domenico, in «Lippini, S.Domenico visto dai suoi contemporanei», Bologna 1966, n. 7 pp. 203-206.
(22) GIORDANO, Libellus de principiis cit., n. 95.



Tratto da: http://www.devozionimariane.it/nuova_pagina_15.htm

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