martedì 4 maggio 2010

Grazie Luca!

Leggo ora!
Ti leggo ora Luca!
Ti ho letto, ti ho risposto: ti porto da me e riporto il tuo link che già ho inserito:
le tue riflessioni meritano di essere lette, condivise!
Grazie! grazie per il tuo buon esserci anche tra noi, bene buono anche per noi che ti abbiamo con noi in questo periodo della tua permanenza a Bergamo.

http://vitaefratrum.blogspot.com/

04 maggio 2010
Sindoni

Due settimane fa avevo scritto un post dalle tinte pulp sul servizio che facciamo alla mensa della stazione. Ora, però, voglio aggiungerci ancora due righe di riflessione. In particolare mi interessa evidenziare un fatto: il servizio (qualunque tipo di servizio) a chi soffre è un elemento fondamentale della mia vita di preghiera. Senza questo tipo di servizio la mia preghiera diventa sterile ed inutile, autoreferenziale. Non esagero affatto nel dire che la mia preghiera si nutre dal confronto con "chi urla"; da esso viene vivificata e rafforzata, acquisisce senso.



Per me il martedì sera alla stazione è diventato un momento di contemplazione. Nell'umanità varia e sofferente di chi viene a mensa io non posso non vedere l'umanità piena e sofferente di Cristo. In questi giorni, a Torino, viene esposta la Sindone. E' una magnifica fotografia delle piaghe di Cristo. Ecco, quelle stesse piaghe che molti di noi vedranno a Torino, le riconosco sulla pelle dei barboni di Bergamo. Quei buchi di chiodi nelle mani - e penso di non dire un'eresia - sono proprio gli stessi buchi di siringa sulle braccia e sulle gambe dei tossici. In fin dei conti, se Dio si è incarnato e ha sofferto per noi, facendosi prossimo a chi soffre e condividendo con lui la sua stessa croce, e se ha detto che chi serve uno di loro serve Lui in persona, allora quei volti sporchi svelano il volto di Cristo come e forse di più della Sindone.



Le Viae crucis che imparo il martedì ritornano poi nella mia preghiera giornaliera e serale. Spuntano tra i semi del rosario, compaiono nei versi dei salmi, illuminano gli esami di coscienza, diventano offerte eucaristiche - e il mio servizio diventa a sua volta offerta eucaristica. Qualcuno sostiene che sia molto meglio pregare per i morti che per i vivi. Non so se sia vero o no, però a me risulta più facile pregare per coloro che soffrono ancora in questo mondo, perchè hanno dei nomi e dei volti che mi si sono conficcati in testa, perchè il loro dolore mi sta davanti agli occhi e perchè, alla fin fine, so per cosa prego.



Il servizio, così, si è fatto preghiera, e la preghiera, a sua volta, si fa servizio. Un motto di qualche anno fa dice: azione e contemplazione. Questo motto l'ho fatto mio.
 
 
 
Questa la mia risposta che ti ho lasciato:
 
" è bello leggerti Luca!
bello perchè vedi queste sono le cose vere, le cose che ci chiamano! ma quanti vogliono vederle? Vogliono provarle?
Provare a farle!

L'amarezza mia di questi giorni è proprio tanta! e proprio nel provare con mano l'incoerenza che c'è tra il "dire bene le cose di Dio e farle le cose di Dio!".

Soprattutto tra quanti ce la partecipano la Sua parola, ce la donano: ce la fanno condivivere "a parole" per farla diventare opera motivo trainante dominante per la nostra vita!
Ed è giusto così!
e poi...se il nostro praticare la parola di Dio, l'ESSERCI con i deboli, gli ammalati, i senza casa, senza tutto che siano alla stazione o fuori dalla nostra porta, in ospedale...ovunque! si scontra con LA LORO IDEA c'è da soffrire!
C'è molto da fare! ma soprattutto non dobbiamo tacere la bellezza dell'incontro con la sofferenza, con chi ha bisogno! con chi ha bisogno di una parola, del cibo, del vestire, anche del nostro silenzio...proprio del porgere loro un piatto, una coperta, dargli da bere, sedere al fianco di chi è disteso in un letto d'ospedale o soccorrere quello caduto per strada, in mezzo a una strada, inerme sotto un acquazzone potente com'è successo anche a me ieri sera tornando a casa proprio nel mezzo di un incrocio cittadino! e allora inchiodi, ti butti fuori e accorri e lo soccorri, lo copri, lo ripari in attesa che arrivi il 118, l'ambulanza che hai chiamato! chi è? non importa il suo nome: è sempre e solo Lui presente in tutto e in tutti che ci chiama, che ci viene incontro perchè gli diamo una mano e nel contempo ci rende visibili, esempi per altri! per smuovere anche gli altri a fare e basterebbe niente per fare tanto!

Noi ci siamo, noi quanto possiamo fare lo facciamo sempre e proprio con Amore, proprio per la gioia e la forza che l'altro che incontriamo ci dà: dà un senso alla vita, al valore della nostra e di ogni altra vita!

Grazie per la tua testimonianza. Marcella

04 maggio 2010 15.47

1 commento:

  1. grazie a te, marcella.
    mi permetto solo di ribadire una cosa: fare qualcosa per chi ha bisogno è sicuramente cosa buona e giusta e, come dice il p. Silvestro, orat semper qui bene agit (prega sempre chi si comporta bene). Io, però, volevo mettere l'accento su un'altra cosa: il contatto con il povero (in senso lato) fa bene ed è bene e dà vita alla nostra preghiera a prescindere dal fatto che noi facciamo qualcosa per lui, soddisfiamo un suo bisogno o gli diciamo una parola carina.

    "la contemplazione delle sindoni di carne ed ossa" è sempre un guardare - con gli occhi della fede - e non un fare (per quanto giusto e necessario).

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