domenica 4 aprile 2010

Don Giulio, Domenica di Resurrezione 2010

4 aprile 2010
Domenica di Risurrezione


Buona Pasqua
don Giulio



NATI A FORMAR L’ANGELICA FARFALLA
Domenica di Pasqua


Per cercare di contemplare il crocifisso risorto

prendo una frase del sommo poeta Dante:

“Non v’accorgete voi che noi siam vermi [bruchi]

nati a formar l’angelica farfalla?” (Purg. X,124).



Il bruco e la farfalla sono le due parentesi

che chiudono il mistero della Pasqua

e il segreto stesso del mistero della vita.

Muore il bruco. Nasce la farfalla. Un unico istante.

Il rantolo del bruco e il vagito della farfalla.

Ciò che è sepolcro per il bruco è utero per la farfalla.

Dalla terra… al cielo.

Dalla terra dove il bruco lavora, fatica e striscia,

al cielo, dove la farfalla danza colorata e gioiosa.

Dalla chiusura del bruco nel buio del bozzolo

alla libertà delle ali della farfalla nella luce del sole.



Questo è il mistero dell’uomo e il mistero di Dio.

La farfalla è un bruco che ha guardato il cielo

e ne è stato contagiato.



Fare Pasqua è entrare dentro in quel suo sepolcro

buio e vuoto, come hanno fatto i discepoli e le donne.

Fare Pasqua è entrare nel mistero della nostra vita,

proprio là dove è più buia e vuota, come il sepolcro.

Oltre la croce Dio non ha più nulla da dirci e da darci.

In essa si è totalmente “espresso”:

“esprimere” significa letteralmente “spremere fuori”.

Dio ha spremuto il suo cuore, tutto se stesso,

per donarci la sua preziosa linfa: gocce dense d’amore.



Dirci Buona Pasqua è augurarci di imparare

a guardare il cielo e a lasciarci contagiare dal cielo,

così da rompere il bozzolo duro e buio

delle nostre paure, delle nostre preoccupazioni,

delle nostre lacrime segrete,

delle nostre rabbie che ci bruciano come ferite aperte,

delle pesanti pietre che bloccano la porta del cuore.



È questo il senso del bellissimo simbolo dell’uovo:

rompi il guscio, lotta per venire alla luce, apriti alla vita!

Gli antichi vedevano nel guscio il simbolo del sepolcro,

nel bianco dell’uovo la luce, nel giallo la vita, la “sorpresa”.

Non conta il guscio fuori, ma la vita che custodisce dentro.

La vita è una strada piena di sorprese:

ciò che conta non è ciò che hai, ma chi ti accompagna!

Per questo l’angelo dice: “Non è qui!”.

Il Risorto non si “trova” come un oggetto,

ma si “scopre” come un amico, come una sorpresa.

Nessuna “benda” può imprigionare o imbalsamare l’amore!



Allora… Buona Pasqua!

Che dal buio interiore nasca l’alba di un nuovo sorriso

a illuminare il nostro volto e a riempirci di luce gli occhi,

venga a rompere il guscio per aprire le ali della speranza

e volare liberi, come angeliche farfalle, nel cielo della vita.

Credere in un Dio crocifisso risorto significa

imparare a credere in noi stessi, a uscire dal nostro guscio

e renderci conto che siam nati a formar l’angelica farfalla!

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