sabato 24 aprile 2010

Pensando a Bettina: miei riflessini per il progetto di un Museo che ci parli di Lei, la Serva di Dio Maria Elisabetta Mazza, donna del nostro tempo che ha tracciato in Lui la sua storia, anche nostra storia.

Giovedì 15 aprile 2010
Il Museo alla Fondatrice Serva di Dio Maria Elisabetta Mazza.

Mie riflessioni al termine dell’incontro a Casa Mazza con Voi tutti: Sr. Letizia, Madre Generale: Sr. Bianca, segretaria generale; Sr. Amelia; Sr. Liliana Morandi, economa; Sr. Luigina; Sr. Liliana Cattaneo, vicaria; Sig. Silvio Tomasini, incaricato del progetto.

Ho lasciato proprio decantare tutte le parole che ognuno di Voi, con me, ha partecipate in questa occasione per lasciar poi riemergere da tutto questo l’idea di Museo alla fondatrice che avevo pensata, che mi ero sentita dentro, quando ho cominciato ad interessarmi al progetto, all’idea che mi era stata partecipata da sr. Liliana e che avevo accettato.

Queste mie cose, questi miei pensieri, sr.Liliana e sr.Luigina li hanno sentiti tante volte e un po’ anche sr.Letizia: Voi siete arrivati ora. Ho voluto metterli per iscritto perché sento, desidero, parteciparveli. Desidero donare anche a Voi la mia visione di Bettina, “delle sue cose, nella sua casa.”.

Bettina è una figura molto cara anche a me.

Molto cara da subito, da quando la mia storia ha incrociato la sua storia ed è stato per me proprio percorrere la stessa strada, lo stesso cammino e proprio intimamente, spiritualmente, perchè accomunata a lei dalla stessa passione educativa che lei allora, come io ora, sentiva base fondante, fondativa, per le generazioni di ogni tempo. La futura classe politica, i dirigenti di governo, sono uomini e donne che “dalla scuola passano e imparano!” e imparano anche da ognuno di noi! E il tempo della scuola, per quanto lungo, in rapporto al tempo di una vita è sempre “breve tempo!”…tempo che non può e non deve “essere tempo perso!”.

E mi permetto di aggiungere questa nota a parte.

Tante volte mi sono immedesimata in lei nella mia esperienza nella scuola tant’è che sono anni che ripeto – parole confortate e proprio sostenute anche da don Pierino De Giorgi che Voi Piccole Apostole conoscete bene, salesiano doc – che anche oggi, anzi, oggi più che allora, il “Progetto educativo di Bettina nella scuola, per la scuola, è idea buona, attuale, applicabile: realizzabile!”. Progetto da rileggere alla Luce di questi nostri tempi, in questo contesto storico dove noi oggi – Voi Sue Piccole Apostole, ma anche noi che con voi siamo in questo tempo – siamo la continuità! Noi la “pozza” che Loro – Lui che allora ha corroborato, sostenuto Bettina, e Bettina che oggi è comunione in Lui – continuamente alimentano per noi, per essere noi oggi, qui, ora acqua che alimenta ogni altro in ogni luogo: noi continuità e noi “il testimone”, il passaggio delle consegne agli altri che saranno nei tempi a di-venire!.

E così il suo progetto continuerà nel tempo!

Di lei, di Bettina, subito ho amato la sua personalità forte e la mia ammirazione proprio per la tenacia nel perseguire l’idea, per quel suo progetto educativo nella scuola che ha messo al centro della sua proposta per esserci nel mondo in quel suo tempo quale risposta ad un bisogno che sentiva forte: l’educazione dei bambini! Educazione che innanzitutto è formazione delle anime e poi trasmissione dei saperi! Ha pensato, voluto e realizzato un progetto condiviso allora con tutte, con tutti: attualizzabile nel tempo.

Testamento e compito lasciato, proprio consegnato, nelle mani delle con-sorelle proprio per il passaggio naturale che nella collegialità trovasse la continuità: la forza di tutte e proprio di ognuna per portare nel tempo e nel mondo la sua idea, che con la condivisione ora era idea comune.

Pensando a quella donna così bella, soave, tante le belle suggestioni!

Da subito un piacevole senso di freschezza: un’immagine fresca e poi la leggerezza, proprio la soavità che lei irradia, che partendo da lei si irradia e tutto avvolge e tutto inebria.

La sua freschezza.

Freschezza naturale di chi, dissetandosi alla Sua sorgente ne trae energia, forza viva per fare, per andare avanti, per impegnarsi lottando sino in fondo. Determinazione ferma la sua, ferma e determinata proprio per la consapevolezza che a portare a compimento questa sua idea, questa opera in cui credeva ed a cui si impegnava per il bene dell’altro – dove “l’altro” erano in primis le giovani generazioni e poi l’impegno forte nella Chiesa (in cui, quale cristiana, si sentiva in-scritta) proprio per la Chiesa tutta – sarebbe stato Lui! Lui a cui Lei per tutto questo si era donata!

E davvero Lui le ha risposto.

Lui, per lei, “ha proprio fatto, realizzato” quelle opere così fortemente perseguite, desiderate, ambite: opere visibili oggi ora qui e oltre confine!

Questi solo una parte dei pensieri che lei ha sempre evocato in me, che sorgendo proprio dal di dentro, dal profondo del mio cuore, ho lasciato mi avvolgessero proprio per ap-prossimarmi a lei. Ho sentito forte l’esigenza di farla ri-vivere in questa sua casa.

Ri-vivere proprio qui, oggi, con noi e per noi e sempre in comunione con Lui: Lui che per lei allora, come per noi ora, è sempre inizio e fine di ogni cosa !

Questi i sentimenti che vorrei riuscire ad evocare sia in coloro che qui verranno a visitare la sua casa e vedranno le sue cose, o le ammireranno virtualmente.

A conclusione di tutte queste mie riflessioni mi sono detta:

“In Lei, nella Sua immagine c’è tutto:
la presenza Viva del Padre Nostro è proprio visibile
e di Lei parlano proprio tutte le Sue cose!

Lei non abbisogna di nient’altro,
di nessun’altra cosa.

E per valorizzarla tutto il resto attorno deve essere quasi invisibile, impalpabile:
lei deve emergere figura spiritualmente viva!
Lei e Lui oggi in comunione, così come in comunione lei già qui viveva:
corroborata dall’Eucarestia.
Lei che qui oggi si dona a tutti, e proprio singolarmente ad ognuno, in comunione con Lui insieme
continuità di quella sorgente inesauribile, la fonte viva che è solo e sempre Lui:
origine e fine di tutto.”

Per tutto questo il mio pensiero di Museo può solo essere un contenitore neutro, pulito, semplice che deve semplicemente accogliere Lei – la padrona di casa – con le sue cose.

Sono loro che brillano di luce propria e per questo devo solo at-tendere a che ogni cosa sia luce!

Ho pertanto analizzato gli elementi importanti che sono:

- I LOCALI da adibire a SPAZIO ESPOSITIVO:
  ambienti esigui, di dimensione normale, anche oggi che qualcosa come volume si è aggiunto;

- GLI ARREDI: ricostruzione della camera e della cappellina;

- GLI OGGETTI, le sue cose, che ho chiesto di cercare per dettagliare, con foto, un inventario.

Ho pensato ai colori che legassero il tutto, mantenendo sempre e solo a Lei e alle sue cose il privilegio di ESSERCI, di ESSERE VISIBILI, “quali fiori che sbocciano in tutta la loro bellezza e ci riempiono di stupore!”.

Il resto, il contorno - per esaltarne il valore, il giusto valore - non deve esserci, non deve apparire, ma proprio sparire.

Questo ho pensato e questo ho scelto:

- TINTE NEUTRE quali il SABBIA in gradazione di colori: più chiara per il soffitto, leggermente più scura per le pareti, pensata ragionando sulle sue cose: le foto in bianco/nero o nelle gradazioni seppia; gli oggetti e le suppellettili; gli arredi: mobili in legno, altare laccato/decorato.

- ILLUMINAZIONE: tenuto conto delle finestre - che pensavo coperte da teli semplici a vetro in tessuto bianco con semplice a-jour – pensavo a una soluzione inglobata nel contro-soffitto atta a definire quell’effetto globale soffuso e avvolgente dove poi dei piccoli spot puntati sugli oggetti più significativi mettessero in risalto singole cose mirate.

- CONTENITORI/BACHECHE A PAVIMENTO: quadrati e rettangolari di uguale larghezza e di lunghezza 1 il doppio dell’altro tipo 50x50 e 100x 50 con base in legno essenza o laccata e alzata - dove saranno posti gli oggetti - coi lati perimetrali di altezza variabile in base agli oggetti allocati, e il coperchio in vetro.

- BACHECHE/CONTENITORI PENSILI di ridotta profondità.

- CARTONCINI per le didascalie agli oggetti: semplici, sempre SABBIA il colore base, il CARATTERE della SCRITTURA lineare molto semplice e per il COLORE del carattere la mia scelta tra il seppia e il grigio. Uguali caratteristiche per la CARTELLONISTICA ESPLICATIVA, senza null’altro aggiungere alla semplice descrizione della cosa esposta

- SPAZIO per uno schermo dove un filmato presentasse la realtà odierna, la terra di missione

- MUSICA SOAVE di sottofondo associata a rumori, quale filo conduttore.

PORTA SCORREVOLE.
Il bozzetto che ho visto lì con voi per la prima volta, nella visione del mio contesto, si sposa perfettamente e proprio senza la croce dorata. Mi piace proprio perché mantiene il senso della leggerezza che è proprio della mia ricerca personale. Mi piace la scelta dei colori. Apprezzerò vedere l’opera approntata dall’artista in loco.
Dal punto di vista tecnico è invece indispensabile pensare alla messa in sicurezza anche con un ancoraggio a soffitto e pensare anche ad una chiusura sicura.

E dietro quella porta, ad accoglierci, Bettina: la sua immagine! Lei che si dona a noi col suo viso sereno. Vorrei proprio trovarla ritratta in una bella foto, grande, con attorno dei bambini, proprio con dei bambini e davanti , nella bacheca singola, le cose più significative, identificative di lei: un crocifisso, il libro manoscritto delle preghiere con penna e calamaio.

Tutto questo illuminato da uno spot puntato - effetto occhio di bue - che dal centro si irradia allargandosi sino a con-fondersi nella luce globale, soffusa, che tutto avvolge in questa aura misteriosa! Aura misteriosa, evocativa del Mistero che ci sarà svelato quando anche noi arriveremo di là e Lo vedremo e ri-vedremo in Lui ogni altro ns. caro: anche Bettina!

Nella mia visione di Bettina e delle sue cose credo – questo io sento - che a noi è chiesto, anzi proprio donato, di fare la cosa più semplice, più normale: darle visibilità per essere continuità.

La “sola nota aggiunta” che posso e voglio concedermi è proprio lo schermo con il filmato dove “narrare il seguito” della storia di quel suo tempo: le cose d’oggi, la terra di missione, le varie case e la memoria storica!

Sì proprio la memoria storica narrata, parlata.

Abbiamo la fortuna di avere ancora con noi, tra voi Piccole Apostole, consorelle che hanno vissuto con Bettina, che hanno condiviso la quotidianità di giorni passati insieme: vissuti in comunità. E la forza, la bellezza di questi ricordi vivi, lucidi, lì ho gustati e mi hanno appassionata in occasione della mia recente visita in Casa Madre. Queste sono testimonianze da cui attingere la forza viva del ricordo che si fa voce, si fa parola e poterle tramandare così, ai posteri, è grazia che ci è donata di cogliere e che dobbiamo cogliere.

Bettina per me è questa: è così!
Questo ho voluto significarvi.

Marcella

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